Avevo in programma di passare con la mia famiglia due giorni da una cara amica, una produttrice di formaggi che d’estate si trasferisce ai Burki, un alpeggio sopra Macugnaga, sul Monte Rosa. Ma al momento lei, suo marito e le loro 15 vacche sono completamente isolati a causa della bomba d’acqua che ha interessato la zona qualche notte fa, facendo esondare violentemente i torrenti: in paese, anch’esso al momento isolato, il Tambach portando con sé un’enorme quantità di materiale raccolto sulla montagna ha addirittura modificato il suo corso, passando attraverso le abitazioni. Un disastro.

Il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova molti produttori lungo tutto lo stivale. In Sicilia un’inesorabile siccità sta riducendo alla disperazione gli allevatori che non sanno come dissetare le loro pecore al pascolo, nelle stesse ore a Nord si lotta contro il maltempo.

Mi sembra di essere bloccata qui da 3 mesi e invece sono passati solo 3 giorni – mi dice Cristina al telefono. Isolati, senza luce né acqua potabile a disposizione, tutto è diventato improvvisamente complesso. Il lavoro è cresciuto in modo esponenziale e il tempo ha iniziato a dilatarsi, tra le mille criticità da risolvere istante dopo istante. Fortunatamente i loro tre bambini al momento del disastro erano scesi a fondovalle coi nonni per partecipare alla festa del paese in cui vivono d’inverno. Anche i 10 vitelli sono in una stalla al sicuro.

A lume di candela

Su ai Burki il generatore di emergenza non è abbastanza potente per alimentare la mungitrice elettrica e le conseguenti interruzioni continue allungano enormemente la mungitura. Cristina e Alessio hanno aspettato con trepidazione l’elicottero con un altro generatore, gasolio e acqua potabile.
– Credevamo che il nuovo generatore fosse più potente, ma quando lo abbiamo collegato ha fatto saltare il quadro elettrico, che sembra bruciato, a quanto pare produce un altro tipo di corrente. I danni sono per diverse migliaia di euro, ma per fortuna le schede dei frigoriferi funzionano ancora. Non ho mai visto mio marito così, siamo bloccati, non ha modo di aggiustare le cose che si rompono.
– Non ho il frigo latte, quindi devo fare il formaggio 2 volte al giorno, mi ci vuole un tempo infinito e di sera a lume di candela e non ci vedo niente.

La voce di Cristina trema. La sua preoccupazione più grande è assicurare la sicurezza alimentare dei suoi formaggi, ma le operazioni di lavaggio e sanificazione sono diventate imprese epiche. L’acqua potabile è arrivata in sacche da 5 litri completamente sporche di terra, per poterle utilizzare deve lavarle. Così fa bollire in continuazione, 10 litri alla volta, l’acqua che ha a disposizione, raccogliendo solo quella in superficie, perché sul fondo della pentola si deposita una “mattonella” di limo glaciale. Per fortuna ha il gas.
– Ho detto a mia cognata che per ripagare il lavoro che serve per produrre il formaggio in queste condizioni dovremmo venderlo a non meno di 60 € al kg, lei mi ha detto “Hai ragione, ma come lo spieghiamo alla gente?”.
Silvia, sorella di Alessio e loro socia, è a valle, lavora per organizzare la logistica per spedire box coi loro formaggi, come fanno solitamente nel periodo di Natale. Stanno già ricevendo i primi ordini: amici produttori della rete delle Casare e dei Casari di Azienda Agricola dalla Sardegna al Friuli stanno mobilitando i loro clienti e contatti.
– Il mondo agricolo è davvero top, mi dice Cristina.

Incertezza del futuro, la certezza di reagire

Silvia, Cristina e Alessio oltre all’allevamento e alla caseificazione, gestiscono insieme un agriturismo su ai Burki, nel quale d’estate servono una buona parte della loro produzione di formaggio. Si stavano preparando ad affrontare una stagione di lavoro intenso, improvvisamente diventata incerta.
Tra le questioni pratiche da risolvere, tutti e tre hanno un pensiero che scorre costante nei sotterranei dei loro animi, come un rumore di fondo: il grosso investimento che hanno fatto da poco nell’acquisto di un casolare da ristrutturare per un nuovo caseificio più ampio ed efficiente, con l’intento di dare futuro alla loro attività.
Ora non resta che rimboccarsi le maniche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizziamo cookies per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico. Leggi la nostra Cookie policy.
Clicca su "Accetta cookies", scrolla o continua la navigazione per consentirne l'utilizzo. Potrai in qualsiasi momento revocare il consenso usando il pulsante "Revoca consesno ai cookie" nel piede del sito.

Questo contenuto non è visibile senza l'uso dei cookies.

Questo contenuto non è visibile senza l'uso dei cookies.