Può capitare di non farci troppo caso quando siamo davanti a una vetrina di formaggi. Si tratta di una di quelle cose che diamo talmente per scontata da dimenticarcene: così come molti alimenti che consumiamo quotidianamente, anche il formaggio ha un legame profondo, diretto e inscindibile col mondo agricolo.
Sembra forse una banalità, ma questa consapevolezza può muovere molte cose.
L’agricoltura è una questione che riguarda anche il più cittadino di noi, come scrive Wendell Berry, mangiare è un atto agricolo, e le nostre scelte hanno il potere di fare la differenza.
Così come ci sono diverse modalità di produrre formaggio, allo stesso modo il mondo agricolo è fatto di universi molto diversi tra loro.
Solitamente a modalità produttive industriali, in grado di lavorare enormi quantità di latte, corrisponde a monte un’impostazione agricola altrettanto industriale, in grado di fornire le enormi quantità richieste.
In assoluta coerenza poi, anche il sistema di commercializzazione del prodotto finito è normalmente gestito dai canali della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) con la loro rete di iper e supermercati.
Tutto quanto questo sistema si basa sulla gestione della quantità e sullo sfruttamento delle risorse (terra, animali, forza lavoro, …) e dal punto di vista teorico e del profitto economico pare funzionare magnificamente.
Chiaramente sta per arrivare un “MA”: purtroppo sono molti gli effetti collaterali che il sistema industriale si porta dietro, a partire dagli sprechi, all’ambito ambientale e sociale, fino a quello culturale e della qualità della vita di tutti gli attori coinvolti.
Niente paura però, il cibo può continuare tranquillamente a essere fonte di gioia.
Basta tirare su lo sguardo e dare un’occhiata alle alternative.
Ci sono universi agricoli e produttivi virtuosi, che silenziosamente fabbricano ogni giorno prelibatezze all’insegna del rispetto delle risorse.
Sono sistemi che mettono al centro sostenibilità, qualità nutrizionali e organolettiche del prodotto, valorizzazione del lavoro e del tempo. Sono sistemi in cui ricerca e innovazione giocano ruoli fondamentali, in cui lucidità e competenza sono in grado di rendere l’agricoltura capace di rispondere alle richieste della nostra epoca, che nulla hanno a che vedere con la quantità.
Come spiega La mia storia, pur conoscendo a fondo cosa significa essere agricoltore, il mio approccio al mondo agricolo è da outsider. Per questo credo di aver conservato quella lucidità necessaria per osservarne le dinamiche e per salvaguardare incolume la mia sensibilità.
Con queste pagine, vorrei tradurre nel linguaggio comune i meccanismi fino ad ora esclusivi degli addetti ai lavori. Se l’agricoltura riguarda tutti, allora tutti devono poterla comprendere e guadagnarsi la libertà di decidere.
Certo, il punto di partenza sarà sempre il formaggio, ormai da anni il fulcro delle mie avventure!